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Il finesettimana a Roma organizzato dalla Conferenza dei Frati Minori d’Italia (COMPI), tenuto tra il 29 e il 31 di Novembre, 2019, nella Università Pontificia ‘Antonianum’, si basava sull’enciclica ‘Laduato Si’’ di Papa Francesco. Aveva l’intento di richiamare ai partecipanti le idee di san Francesco sulla bellezza, la fraternità con tutte le creature e soprattutto con ‘sorella, madre Terra’. Il seminario era composto da conferenze e discussioni sul tema dell’ecologia integrale, dove le idee di san Francesco erano presentate come soluzioni alle sfide di oggi; tra le quali, il degrado ambientale e la qualità della vita, l’aumento di varie forme di povertà, l’incremento nella popolazione di refugiati e migranti in genere. La visione di san Francesco aiuta a creare società umane sane che promuovono la bellezza, la diversità culturale, la dignità e la giustizia per tutti e per tutte le generazioni.

Questa iniziativa era mirata ai giovani i quali, nel loro modo, sono tutti dei ‘semi’ che potrebbero fare la differenza e portare cambiamenti positivi sul loro posto di lavoro, a casa e nelle loro località. Il formato di questo finesettimana era parzialmente teoretico e parzialmente esperienziale; per quest’ultima sono state organizzate delle visite a organizzazioni che lavorano nel disagio e nell’impegno per l’ambiente. Il tutto mirava a sfidare i valori e le perspettive dei partecipanti per potere sviluppare un cambiamento profondo nel proprio modo di vivere tramite una maggiore presa di coscienza che tutto è connesso.

Una di queste sfide era lanciata verso la perspettiva antropologica. Il modo di vivere dell’uomo moderno a contribuito alla crescita dell’individualismo, dell’autosufficienza, delle problematiche di genere e della sconnessione dell’uomo dalla natura. L’educazione e la cultura moderna hanno subito uno sviluppo tale da creare uno scisma tra l’uomo e la natura. Uno stile di vita dettato dall’idea che l’uomo sta al centro della creazione ha causato la rottura della relazione dell’uomo con la natura, al punto di consegnargli il controllo della stessa natura. Conseguentemente, l’uomo ha abusato e distrutto risorse naturali e ridotto la sua relazione con la natura in termini di consumismo e merci destinati per il commercio.

Un’altra sfida era quella teologica. Oltre alla distruzione della sua relazione con la natura, l’uomo moderno occidentale ha anche una percezione di Dio che è contorta. La presente crisi ecologica andrà peggiorando se non rigettiamo l’assioma che la natura non ha nessuna ragione di esistere se non per servire l’uomo. Quindi si tratta di capire che se dobbiamo amarci gli uni gli altri, dobbiamo anche amare e curare tutto quello che Dio ha creato; questo perchè prendersi cura della natura – la nostra casa comune – è anche prendersi cura dell’altro. Ci siamo posti anche la domanda del motivo per il quale dobbiamo proteggere popolazioni indigene, quelli dell’Amazonia in particolare. Dal momento che l’Amazonia regge la vita a livello globale, compresa la qualità dell’aria che tutti noi respiriamo e la quantità di acqua dolce sul nostro pianeta, allora sta a tutti noi il dovere di proteggere e sostenere questa regione

La cultura dei popoli indigeni rispetta l’Amazonia e la natura in genere. Tenendo conto che l’uomo moderno ha una mentalità capitalista con la quale percepisce la natura come un oggetto da manipolare e usare per accumulare beni materiali, la mediazione tra queste due culture diventa importante per capire il bisogno di ritornare alla mentalità originale che percepisce l’umanità come parte di e non centro della creazione. Questa è la trasformazione nel modo di pensare che l’uomo moderno deve affrontare per potere risolvere questioni globali. A differenza delle imprese internazionali globalizzate che promuovono un sistema coloniale per creare economie (‘pensare globalmente e agire localmente’), l’ecologia integrale ci sfida a ‘pensare localmente e agire globalmente’). In questo nuovo paradigma, comunità locali come le tribù indigene dell’Amazonia che vivono uno stile di vita che abbraccia la natura, potranno ancora una volta essere rispettati, e noi potremo imparare da loro il come si può usare informazione e saggezza per indirizzare e agire su questioni globali.

Nella stessa maniera in cui Dio ci ha creati ed é padre di tutti, facendosi cosí esseri umani, fratelli e sorelle con tutti gli altri esseri umani e le creature della terra, cosí ‘Madre Terra’ é la figura materna, esattamente come Maria, la madre di Gesú. Lei é madre di tutti e rappresenta l’importanza del femminile che nutre l’umanitá, un’idea che in passato é stata spazzata via dalla societá moderna e post-moderna.

La parte esperienziale del seminario includeva visite a entitá sociali come ‘Emmaus’, che va incontro a bisogni sociali e ambientali accettando oggeti scartati come quadri, mobili e gioielleria, per poi venderli restaurati. Una visita alla ‘Comunitá di Sant’Egidio’ ci ha aiutato a capire l’importanza fondamentale di coltivare autentici rapporti di amicizia con gli esclusi.

Tramite queste esperienze e momenti di discussione, l’ecologia integrale é stata presentata non come una di tante alternative, ma come l’unica alternativa e la via che l’umanitá deve percorrere per avere sistemi politici ed economici sani, retti dalla giusta visione spirituale che porta insieme tutte le culture e crea un equilibrio fra gli esseri umani, le culture e l’ambiente. Questo seminario ci ha arricchito a tutti i livelli, aiutandoci a capire che la bellezza e la gioia condivise nel gruppo, assieme ai luoghi visitati sono necessari perché l’umanitá arrivi a capire che la sacralitá della vita é nel tempo, nel momento vissuto. Un sincero grazie ai frati minori d’Italia per averci invitato a questa bellissima iniziativa, durante la quale ci hanno accompagnato Fr Loreto Zerafa OFM e Fr Mark Ciantar OFM.

Sarah Faith Azzopardi
Leander Duca
Malta

Nella foto: ‘Croce e via al tramonto’, opera di Giuseppe Siniscalchi (2014), esposta nella Pinacoteca Museo Sant’Egidio, Convento di San Pasquale dei Frati Minori di Taranto. Il fronteversismo, movimento artistico, filosofico e culturale ideato da questo avvocato e pittore di origini pugliesi, dimostra la necessità di andare oltre le apparenze ed in profondità in ogni campo, per recuperare un’integrazione con se stessi, gli atlri e il creato.