+39 06 684919 pax@ofm.org

Il 19 febbraio si è svolto l’incontro mensile dei Promotori JPIC di lingua inglese. Nel corso di tale incontro, la Rete per Papua occidentale a Roma ha presentato i problemi relativi ai diritti umani della popolazione indigena (i nativi papuani) in Papua occidentale (due Province indonesiane nel centro ovest dell’isola della Nuova Guinea).

La Rete per Papua occidentale a Roma è una rete di Congregazioni religiose presenti in Papua occidentale. Là, i nativi papuani stanno soffrendo per le gravi violazioni dei diritti umani dalla fine della seconda guerra mondiale. La Chiesa cattolica li accompagna principalmente attraverso i ministeri delle parrocchie, dell’educazione e della sanità. Allo stesso tempo, i segretariati JPIC delle Diocesi e delle Congregazioni religiose stanno cercando di promuovere i diritti umani collegandosi in rete con le ONG e le autorità locali e nazionali.

Il sig. Norman Voß dell’International Coalition di Papua (ICP: www.humanrightspapua.org) ha presentato il rapporto biennale dell’ICP sui diritti umani. Ha focalizzato l’attenzione sul problema degli omicidi extra-giudiziali, della tortura, dell’intimidazione dei difensori dei diritti umani, della sanità. Secondo le statistiche, la situazione di queste aree non migliora. Per esempio: negli ultimi cinque anni il numero delle vittime segnalate (nativi papuani) di omicidi extragiudiziali è di 8 nel 2013, 12 nel 2014,14 nel 2015, 6 nel 2016, 10 nel 2017, 23 nel 2018. Il sig. Norman ha detto che a motivo delle migrazioni da altre zone dell’Indonesia e degli scarsi servizi pubblici relativi alla sanità, all’istruzione, all’igiene, al cibo, ecc., la popolazione indigena della Papua occidentale è diminuita ora del 40%. I nativi papuani sono preoccupati di estinguersi.

Il sig. Budi Tjahjono di Franciscans International ha dato informazioni su come la Chiesa cattolica sta reagendo alla violazione dei diritti umani a livello locale e internazionale. Ha fatto sapere che in Papua occidentale c’è una rete dei segretariati JPIC di quattro Diocesi e di due Congregazioni (Francescani e Agostiniani). Questa rete locale di JPIC ha pubblicato il suo rapporto triennale in indonesiano e la Rete per Papua occidentale di Roma l’ha tradotto in inglese e pubblicato. FI, insieme a molte altre ONG di Congregazioni religiose, ha portato la questione alle Nazioni Unite per azioni di advocacy. Il sig. Budi ha detto che la forza delle ONG religiose è il fatto che sono collegate con la realtà locale attraverso la presenza dei religiosi nelle aree interessate.

Sr. Elly van Dijk FDNSC ha parlato dell’importanza di promuovere l’interculturalità nelle comunità religiose in Papua occidentale. La sua Congregazione vi ha 30 sorelle di cui 10 native papuane. Le sorelle lavorano nelle scuole, negli ospedali, nelle cliniche e nelle parrocchie, e spesso si trovano ad affrontare questioni legate ai diritti umani. Sr. Elly ha detto che non è facile parlare di diritti umani poiché è un tema sensibile e può trasformarsi rapidamente in dibattito politico. Non si può però restare in silenzio, perché è in gioco la dignità degli esseri umani. Ha poi presentato il progetto di mappatura di un Padre dei Missionari del Sacro Cuore per protegge la terra e responsabilizzare i nativi papuani.

Alla fine, nella condivisione, i partecipanti hanno riconosciuto che sarà utile collegare la questione con gli esiti del Sinodo dell’Amazzonia, poiché si tratta di temi che riguardano gli indigeni e l’ambiente.